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Petrolio, verso un nuovo accordo tra Basilicata ed Eni

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Molte cose sono cambiate dal 2012, anno della ratifica del cosiddetto «Patto di sito» per la gestione del petrolio in Val d’Agri. Ecco perché le parti sono tornare a incontrarsi per analizzare la bozza di quello che ora viene chiamato «Protocollo d’intesa tra la Regione Basilicata, Eni spa, le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali della Basilicata per la promozione di iniziative nel settore geominerario finalizzate allo sviluppo regionale, alla tutela della salute e sicurezza e dell’occupazione locale.

La premessa del rappresentante dell’Eni, Eugenio Lopomo,  è proprio sul cambiamento: la proposta di Patto non può che essere diversa da quella siglata nel 2012 perché i presupposti, innanzitutto riferiti alla produzione, sono profondamente cambiati. Eni, ad ogni modo, si è detta disponibile al confronto ma ha ribadito la necessità di definire “azioni flessibili”. 

«Azioni» che lasciano perplessi i sindacati, critici sul documento che  – a loro parere  – non tutela adeguatamente i livelli occupazionali e le esperienze maturate. Anche sulle compensa ambientali le sigle sindacati non si dicono soddisfatte e chiedono misure più stringenti. I sindaci  della Val d’Agri hanno chiesto invece che il Patto sia in grado di dare risposte alle imprese e alla manodopera del territorio, evidenziando che la diminuzione della produzione ha prodotto anche un impatto negativo sui bilanci dei Comuni che ricevono le royalties. Dai  rappresentanti delle organizzazioni datoriali è venuta la richiesta di valorizzare le imprese del territorio.

Gli assessori regionali alle Politiche del lavoro e all’ Ambiente ed Energia  hanno stabilito un fitto calendario di incontri. L’obiettivo è  arrivare entro una settimana ad una bozza di protocollo condivisa. Il governo della Regione Basilicata si augura che entro giovedì prossimo il  nuovo patto sia condiviso  in modo che il presidente Bardi possa firmarlo e subito dopo firmare l’accordo con l’Eni.

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