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La Basilicata unica regione che non risponde sull’argomento Ecomafie

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Dallo scorso 4 aprile sono trascorsi due anni esatti da quando il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Ecomafie), Stefano Vignaroli, ha richiesto otto documenti alla Regione Basilicata, tutti in relazione alle garanzie finanziarie relative agli impianti di trattamento dei rifiuti presenti sul territorio lucano». Lo ha scritto, in una nota, il sen. Arnaldo Lomuti (M5S), evidenziando che si tratta di «otto domande che riguardano sia le discariche ancora operative che in gestione post operativa».
Il parlamentare eletto in Basilicata ha inoltre sottolineato che «la richiesta – e i diversi solleciti – che ha avanzato il presidente Vignaroli sono stati tutti regolarmente inviati e non hanno avuto, ad oggi, alcuna risposta se non meramente interlocutoria. Che se ne siano accorti a Potenza, già dal 16 ottobre del 2019, è acclarato, in quanto, al presidente Vignaroli, arrivò una comunicazione dell’assessore regionale all’ambiente, Gianni Rosa, nella quale si addebitava il ritardo della comunicazione richiesta (allora di appena sei mesi) al tardivo insediamento della nuova giunta, avvenuto il 15 ottobre del 2019. Un po’ troppo entusiasticamente, l’assessore Rosa garantiva l’invio dei dati richiesti in tempi “relativamente” brevi, visto che a tutt’oggi, a distanza di due anni, la Basilicata è l’unica regione italiana a non aver dato risposta alla Commissione Ecomafie».
«Sono otto documenti di non ardua reperibilità, quali – ha aggiunto Lomuti – l’ubicazione della discarica, il soggetto gestore, la durata del provvedimento autorizzativo primario, la dimensione dell’impianto, gli atti normativi che disciplinano le garanzie finanziarie per la gestione sia operativa che post operativa dei centri di gestione dei rifiuti. Carte importanti per capire la gestione delle discariche in Basilicata, ma nulla di eccezionale dal punto di vista puramente burocratico per una Regione efficiente, dove tutto dovrebbe essere a portata di un semplice click sul computer. Almeno in teoria, visto che a tutt’oggi – ha concluso il senatore – vige il silenzio assoluto da parte del presidente Bardi e di tutta la sua giunta regionale

Mimmo Moramarco

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