Cronaca

Schiacciato da lastra calcestruzzo, muore operaio 47enne

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La dinamica dell’incidente ha ancora molti punti da chiarire. Quel che è certo, però, è che una grande lastra di cemento, del peso di alcuni quintali, è caduta da una gru e ha schiacciato Alessandro Rosciano, 47enne di Manfredonia, uccidendolo sul colpo mentre stava lavorando in un cantiere edile in località Le Matine, alle porte di San Giovanni Rotondo (Foggia). A pochi giorni da un’altra morte sul lavoro, quella della 40enne Laila El Harim, nel Modenese, si registra un’altra vittima per una triste statistica che non fa differenze tra Nord e Sud del Paese. “E’ ora di dire basta”, è il commento unanime dei sindacati. Rosciano stava realizzando vasche per il recupero dell’acqua piovana nel cantiere. Era regolarmente assunto da una ditta di Manfredonia che stava eseguendo i lavori per conto del Consorzio di bonifica Montana del Gargano. Secondo la ricostruzione dell’accaduto, alcuni operai stavano spostando le lastre di cemento con una gru, quando una delle più pesanti si è staccata, precipitando dall’alto sul 47enne. Per l’operaio non c’è stato nulla da fare: è deceduto all’istante sotto il peso della lastra, che oscilla tra i dieci e i quindici quintali. A dare l’allarme e a chiamare i soccorsi sono stati i colleghi della vittima, che hanno subito allertato anche i carabinieri. Quando i medici del 118 sono arrivati, però, hanno potuto soltanto constatare il decesso del 47enne. In località Le Matine sono arrivati anche gli uomini del Servizio prevenzione e Sicurezza dell’Asl di Foggia per gli accertamento di rito sul cantiere. Alessandro Rosciano non era sposato e non aveva figli. La sua passione era allevare uccellini. “Era un grande allevatore di canarini, conosciuto in tutta Europa perché aveva ottenuto diversi premi alle mostre anche internazionali”, ricorda Piero Russo, suo amico e presidente dell’associazione ‘Ornicoltori di Capitanata Federico II’. “Stava progettando il suo futuro – prosegue – perché aveva intenzione di diventare giudice ornitologo. Proprio ieri abbiamo parlato di questa possibilità che, ahimè, non si realizzerà mai. Era amico di tutti e molto spesso regalava animali anche ai bambini in difficoltà. Una persona estremamente generosa”. Sull’incidente la pm Giulia Falchi, della Procura di Foggia, ha aperto una indagine a carico di ignoti. Nei casi di morte sul lavoro, tra le ipotesi di reato c’è anche l’omicidio colposo. Dopo l’incidente la Cgil ha ricordato l’allarme lanciato pochi giorni fa: 41 morti sul lavoro in Puglia nei primi sei mesi dell’anno. E ha chiesto alla Regione di riaprire il confronto sulla sicurezza. “Agli organi competenti – ha evidenziato il sindacato regionale – il compito di accertare se tutte le misure di prevenzione erano state attivate, ma è insostenibile dover fare i conti ogni giorno con uomini e donne che escono di casa per andare a lavorare e che invece trovano la morte”. La Uil Puglia ha sottolineato che si tratta di “una strage” che “l’edilizia più di altri sta pagando in termini di vite umane: siamo molto preoccupati – ha rilevato il sindacato – in vista dell’arrivo delle risorse del Recovery Plan, quando i cantieri si moltiplicheranno senza un corrispondente aumento dei controlli”. Per il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, “non è possibile continuare a morire mentre si svolge il proprio lavoro: sono affranto per la notizia dell’ennesima morte bianca in Capitanata – ha concluso – occorre che ci sia da parte di tutti la volontà di porre fine a questa terribile emorragia di vite umane e garantire a tutti gli operai sicurezza sui luoghi di lavoro”.

Voce Mimmo Moramarco

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