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Draghi al Parlamento europeo: ‘Fiducioso in un accordo Italia-Ue.

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“I dati disponibili dalla mia ultima visita a settembre sono stati più deboli delle attese. Un graduale rallentamento è normale mentre l’espansione matura e la crescita converge verso il potenziale di lungo termine. Parte del rallentamento può essere anche temporaneo. Allo stesso tempo, i rischi legati al protezionismo, vulnerabilità nei mercati emergenti e volatilità nei mercati finanziari resta prominente”: lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi al Parlamento Ue. 

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“L’area euro area può essere esposta a rischi che originano da politiche domestiche insostenibili che portano a debiti troppo alti, vulnerabilità del settore finanziario e mancanza di competitività”, rischi che “possono contagiare Paesi con fragilità simili o forti legami con quelli dove il rischio è originato”, ha detto ancora Draghi, convinto che “politiche insostenibili conducono alla fine ad aggiustamenti socialmente dolorosi e finanziariamente costosi che possono minare la coesione dell’Unione monetaria”.

Sull’Italia “dico solo che al momento c’è un dialogo, sono sempre stato fiducioso che un accordo può essere raggiunto. Ho detto molte volte che i Paesi ad alto debito devono abbassarlo, perché riducendolo si rafforzano. Ma non aggiungo altro”, ha detto Draghi, rispondendo a una domanda di un eurodeputato sull’Italia.

“I recenti sviluppi confermano le valutazioni del board sulle prospettive a medio termine dell’inflazione”, quindi la Bce conferma che “gli acquisti di asset si fermeranno a dicembre 2018”, se i dati in arrivo confermeranno le valutazioni. Ma “allo stesso tempo le incertezze chiedono pazienza, prudenza e persistenza nel calibrare la nostra politica monetaria”, quindi uno “stimolo significativo è ancora richiesto”.

Draghi sarà di nuovo in Econ per un’audizione alle 17, nella veste di presidente del Comitato europeo per il rischio sistemico (Esrb).

Una settimana cruciale, quella che si apre oggi per la Bce, che vede avvicinarsi la data della decisione sul programma di acquisti di titoli (Qe) prevista nella riunione del 13 dicembre. L’audizione di Draghi si tiene in un momento in cui si moltiplicano i segnali di rallentamento dell’economia continentale, l’ultimo è arrivato dalla Germania in un contesto mondiale difficile a causa dei dazi. Poco prima dell’audizione sarà diffuso l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche che fornirà un ulteriore tassello mentre venerdì arriverà il dato sull’inflazione dell’area euro. Nella riunione di dicembre la Bce fornirà i suoi dati aggiornati su crescita e inflazione e il mercato sta considerando sempre più probabile il varo di un nuovo programma di finanziamento a medio lungo termine (Tltro) che possa magari sostituire gradualmente quelli in scadenza e sostenere il comparto bancario. Una misura molto utile specie per gli istituti italiani alle prese con l’impennata dello spread.

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