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Per il “viaggio alle origini dell’umanità” presente anche “L’uomo di Altamura”

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Il Museo Civico di Storia Naturale e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la Società per la Preistoria e la Protostoria del FVG – Onlus, propongono, dal 29 novembre al 1 dicembre 2018, una selezione di documentari di media e lunga durata.
Un percorso pensato per accompagnare lo spettatore in un viaggio indietro nel tempo, portandolo a scoprire tradizioni e mentalità dei suoi più lontani antenati.

La rassegna, curata dall’archeologo della Soprintendenza Roberto Micheli, offre un variegato programma per narrare piccole e grandi storie, emerse dai ritrovamenti archeologici o riportate dagli antropologi dei più lontani angoli del globo.
I documentari vengono introdotti da ospiti di eccezione, studiosi, documentaristi, ricercatori di archeologia preistorica, come Franco Nicolis e Paolo Bellintani dell’Ufficio Beni archeologici di Trento, Massimo Casarin, Vicepresidente della Fondazione Giancarlo Ligabue, Francesco Boschin dell’Università di Siena, Tiziana Rinaldi della Rete museale dell’uomo di Altamura.

Non a caso il festival si svolge al Museo Civico di Storia Naturale dove un’intera sala espositiva è dedicata alle origini dell’uomo con reperti unico come la “Mandibola di Lonche”, risalente a 6500 anni fa e testimonianza del più antico esempio archeologico di cura dentale per mezzo di cera d’api.
Per l’occasione il Comune di Trieste ha inteso organizzare, il 30 novembre e 1 dicembre, anche dei laboratori per bambini e ragazzi. Affidati all’Immaginario Scientifico, gli appuntamenti hanno lo scopo di avvicinare anche i più piccoli alla preistoria e, più in generale, alle collezioni del Museo.

La rassegna si apre con un documentario sulla scoperta al largo della costa di Israele di un villaggio sommerso del Neolitico preceramico risalente a circa 10.000 anni fa.
Tocca poi ai fratelli Alfredo e Angelo Castiglioni, fra gli ultimi esploratori a ricercare tracce delle nostre antiche origini nelle civiltà odierne che hanno avuto scarsi contatti con il mondo moderno. Eccezionali immagini sono quelle riprese nei loro documentari, alcune mai fotografate prima, che attestano le incredibili esperienze vissute presso il gruppo Yanoama in Venezuela e in Etiopia nella terra dei pastori Borana.

Uno sguardo particolare è riservato anche a due autorevoli figure di donne nell’archeologia: Pia Laviosa Zambotti (1898-1965), donna anticonformista, archeologa, personalità eclettica che segnò l’affermarsi della Preistoria in Italia e seppe attraversare confini culturali e sociali in un’epoca di grandi e drammatiche trasformazioni, e Marija Gimbutas (1921-1994), archeologa e linguista lituana, che ha influenzato il pensiero femminista contemporaneo con le sue idee rivoluzionarie sulla preistoria europea, introducendo una nuova visione del mondo neolitico sulla base di una rilettura matriarcale della simbologia utilizzata.

Di grande interesse, non solo scientifico, anche il documentario che restituisce al mondo il suono perduto di un Karnyx, antica tromba utilizzata dai Celti in battaglia o nel corso di cerimonie religiose. Al centro, la storia del recupero dei misteriosi frammenti di metallo rinvenuti a Sanzeno in Trentino nel 1950 e rimasti nascosti mezzo secolo nei magazzini fino alla loro riscoperta da parte dell’archeologa Rosa Roncador che ha trovato specifici confronti con oggetti simili in Francia.

Particolarmente importante la serata di venerdì 30 novembre che sarà dedicata alla Fondazione Giancarlo Ligabue di Venezia, che promuove studi e ricerche nei settori della paleontologia, dell’archeologia e dell’etnologia grazie a spedizioni scientifiche in tutti i continenti.

L’ultima giornata, sabato 1 dicembre, è dedicata al panorama paleolitico in Italia con la proiezione di un documentario, prodotto quest’anno per la Rai Storia – Italia viaggio nella bellezza (Stagione 2018), che conduce in un affascinante viaggio nei principali siti preistorici italiani attraverso gli straordinari reperti rinvenuti in questi luoghi.

A due dei più importanti siti paleolitici in Italia sono infine dedicati i film seguenti: la Grotta di Altamura, con il ritrovamento eccezionale nel 1993 dello scheletro fossile dell’Uomo neanderthaliano, e la Grotta Paglicci nel Gargano in Puglia che vanta il rinvenimento di documenti indiretti della presenza di gruppi umani che precedono l’Homo di Neanderthal, di resti umani interi e parziali di Homo Sapiens tra i più antichi, di pitture e impronte parietali in ocra rossa, di graffiti su osso, di pareti e suppellettili varie. (Fonte)

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