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Annullata condanna per funzionario regione

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Notizia Audio voce Mimmo Moramarco  Vietata la riproduzione podcast news

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna per il reato di concussione inflitta nell’aprile 2019 dalla Corte di Appello di Bari nei confronti di Francesco De Grandi, ex funzionario dell’assessorato regionale Industria e Innovazione Tecnologica, riqualificando i fatti nell’ipotesi di induzione indebita, dichiarata prescritta, e confermando il risarcimento dei danni nei confronti della Regione Puglia.

De Grandi rispondeva di concussione per aver intascato, dal 2006 al 2008, 770 mila euro sotto forma di tangenti per facilitare le pratiche di alcuni consorzi turistici – risultati fittizi – che volevano accedere ai finanziamenti regionali e che infatti percepirono indebitamente contributi per oltre 1 milione di euro (i titolari, Francesco Morrone e Roberto Walter Sisto, hanno patteggiato anni fa per truffa alla Regione). Nel processo sulle tangenti, il funzionario era stato condannato in primo e secondo grado alla pena di 6 anni di reclusione. La Cassazione ha riqualificato il reato da concussione in induzione indebita a dare o promettere utilità e ne ha dichiarato la prescrizione, revocando la confisca dei beni sequestrati all’imputato ma confermando le statuizioni civili. La Regione Puglia, cioè, costituita parte civile con l’avvocato Massimo Leccese, potrà avviare una causa civile per ottenere il risarcimento dei danni.

I giudici della Cassazione hanno inoltre rigettato il ricorso della Procura generale di Bari, confermando l’assoluzione per il figlio Vito De Grandi, imputato per reimpiego di denaro provento di attività illecita, per aver incassato – secondo l’accusa – parte di quei soldi versandoli sui conti correnti bancari intestati all’oleificio di cui era titolare a Cassano delle Murge. I due imputati sono difesi da Michele Laforgia e Tommaso Barile. Nell’ambito di questa vicenda Francesco De Grandi è stato arrestato nel giugno 2010 (28 giorni ai domiciliari) e gli furono sequestrati beni per oltre 600 mila euro, ora interamente restituiti.

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