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Bari, estorsioni a imprenditore e arrivano le condanne

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Il gup del Tribunale di Bari Antonella Cafagna ha condannato sette persone, tra le quali il 21enne Ivan Caldarola, figlio del boss del quartiere Libertà di Bari Lorenzo Caldarola, a pene comprese tra gli 8 anni e i 2 anni di reclusione per i reati, a vario titolo contestati, di tentata estorsione e danneggiamento commessi a Bari tra novembre e dicembre 2018. A tutti gli imputati il giudice ha riconosciuto l’aggravante mafiosa.
Stando alle indagini della Dda di Bari, Caldarola e altri sei coetanei tentarono una estorsione da 10 mila euro ad una ditta di onoranze funebri nel quartiere Libertà e, al rifiuto del titolare, avrebbero incendiato il locale. Qualche settimana dopo, la notte di Natale, avrebbero esploso 22 colpi di arma da fuoco contro un circolo ricreativo dello stesso rione. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato.
Questi sono i fatti per i quali Ivan Caldarola, adesso agli arresti domiciliari, era detenuto nel carcere di Foggia dal quale evase il 9 marzo insieme con altri 71 detenuti. Oltre Caldarola, condannato alla pena di 8 anni di reclusione, per le vicende del dicembre 2018 sono stati condannati il 20enne Antonio Raggi alla stessa pena di 8 anni, l’omonimo cugino 21enne Antonio Raggi alla pena di 5 anni di reclusione, Federico D’Addiego a 3 anni e 8 mesi, Simona Morea a 4 anni e 8 mesi, Vito Lamanuzzi a 2 anni e 4 mesi, Giovanni Claudio Cassano a 2 anni di reclusione.

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