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Concorsi a Gravina in Puglia e l’Assessore respinge le critiche sollevate

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La questione morale viene trasformata in becero moralismo, con la pretesa di distribuire patenti di legalità e persino di arrogarsi il diritto di dire chi possa partecipare ad un concorso e chi no: roba da Unione Sovietica».
Così l’Assessore al Personale del Comune di Gravina in Puglia, Paolo Calculli, commenta la presa di posizione di Articolo Uno sulla questione dei concorsi banditi dall’amministrazione comunale. «Con il comunicato del giorno, in barba alle leggi ed alle più elementari norme democratiche – dice l’Assessore – Articolo Uno rivendica a sé finanche la facoltà di decidere chi possa partecipare ad una selezione concorsuale pubblica e chi no, in base anche alle semplici, presunte simpatie politiche. Qualcosa di così assurdo che fa comprendere il perché quelle note siano sempre prive di firma: evidentemente ci si vergogna di quel che si afferma e si ha timore che i cittadini capiscano che critiche oggettivamente fuori dal mondo arrivano da chi per anni ha sostenuto e fatto parte della maggioranza che guida il Comune, salvo uscirne una volta perdute posizioni di visibilità e rappresentanza». Aggiunge Calculli: «C’è da chiedersi se sia normale che una forza che si dice progressista, con la quale intratteniamo solidi e proficui rapporti di collaborazione a livello provinciale, regionale e nazionale, a Gravina possa arrivare a smarrirsi per lo spirito di rivalsa e di protagonismo nutrito da alcuni. Andremo avanti con i concorsi, necessari per potenziare gli organici municipali, consapevoli che il lavoro delle commissioni esaminatrici si svolgerà in maniera imparziale e nel pieno rispetto della legge. Se Articolo Uno ha notizie di turbative o violazioni, non ha che una strada da seguire: denunciare tutto alle autorità competenti. È il discrimine che separa chi fa politica da chi si esercita nell’arte del qualunquismo speculativo.

Mimmo Moramarco

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