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Mittal Taranto, incontro azienda sindacati su Covid e Cassa integrazione

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Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno incontrato oggi la dirigenza dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto in merito alle misure adottate per il contenimento di contagio da Coronavirus e della gestione della Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) con causale Covid-19, già chiesta dall’azienda per un numero massimo di 8.173 addetti.

Le organizzazioni sindacali precisano in una nota di aver messo in evidenza «una serie di criticità verificatesi in questi giorni rispetto alla gestione della Cigo, che di fatto hanno procurato dei disagi ai lavoratori, soprattutto nelle comunicazioni con cui sono state inoltrate le lettere di Cassa integrazione senza un minimo di preavviso e di un coinvolgimento dei rappresentati dei lavoratori».

Pertanto, le sigle sindacali hanno chiesto all’azienda di «programmare e calendarizzare incontri specifici con le Rsu, area per area, al fine di affrontare le problematiche emerse in questi giorni a partire da una rotazione equa della cassa integrazione».Ad oggi la presenza giornaliera in fabbrica, tra lavoratori diretti e dell’appalto, «registra un numero – spiegano Fim, Fiom, Uilm e Usb – al di sotto dei 5000 dipendenti e di circa 200 in smart-working». L’azienda ha riferito che saranno presto «disponibili presso le portinerie dello stabilimento siderurgico le termo camere per la rilevazione della temperatura corporea ai dipendenti». In merito alla richiesta delle organizzazioni sindacali di procedere a Rapid Test per la verifica di eventuali contagi, ArcelorMittal “ha avviato – aggiungono le organizzazioni sindacali – una interlocuzione con alcuni laboratori qualificati e l’Asl».Nel corso del’incontro di oggi, l’azienda ha inoltre comunicato che “ad oggi sono state pagate le fatture per oltre 23 milioni di euro alle ditte dell’appalto e che i pagamenti continueranno nei prossimi giorni

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